CONVENZIONE TRA L’ORDINE DEGLI PSICOLOGI E LA FEDERAZIONE NAZIONALE DELLE PROFESSIONI INFERMIERISTICHE

 

Il 26 settembre 2020 è stata firmata la convenzione tra l’Ordine Nazionale degli Psicologi e la Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche.

La convenzione ha lo scopo, in questo periodo particolarmente delicato, di  promuovere e condividere studi e ricerche di comune interesse e  prevedere attività di reciproca formazione e informazione, ma soprattutto di

PROMUOVERE L’ACCESSO ALLE PRESTAZIONI PROFESSIONALI A TARIFFE CALMIERATE.

Gli psicologi che aderiranno a questa iniziativa offriranno agli iscritti all’Albo delle Professioni Infermieristiche, ai loro familiari e ai conviventi le prestazioni professionali (consulenza e sostegno psicologico, psicologia clinica, diagnosi psicologica, psicoterapia), in presenza o online, a tariffe ridotte del 35 %.

L’elenco dei professionisti che aderiranno all’iniziativa sarà trasmesso dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi alla Federazione Nazionale delle Professioni Infermieristiche e sarà aggiornato periodicamente.

Anch’io ho aderito a questa importante iniziativa. Per informazioni e contatti cliccate qui.

EMERGENZA CORONAVIRUS: TRA ANSIE, PAURA E RINASCITA…

 

Ringrazio il magazine “Voglio vivere così” che mi ha contattata per rilasciare un’intervista sugli effetti che l’emergenza CORONAVIRUS ha e potrà avere su di noi.

Spero possiate trovare utili le mie riflessioni ed i miei suggerimenti!

 

EMERGENZA CORONAVIRUS: CONSULENZA PSICOLOGICA GRATUITA ATTIVATA DA REGIONE E ULSS 9

Regione Veneto: Progetto “inOLTRE”

La Regione Veneto ha attivato un NUMERO VERDE 800 33 43 43 per aiutare  le persone a gestire paure e difficoltà psicologiche, attivo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.

Gli operatori del Servizio sono psicologi esperti nella gestione delle emergenze e/o attentamente supervisionati.

 


Aulss 9: consulenza psicologica telefonica rivolta a operatori sanitari e cittadini

“OBBEDIENZA E FRAGILITA’: ECCO PERCHE’ TOCCA A NOI”

Un interessante articolo della Dott.ssa Margherita Spagnuolo Lobb, psicologa e psicoterapeuta, direttrice dell’Istituto di Gestalt HCC Italy.

CORONAVIRUS #PSICOLOGICONTROLAPAURA

Il Consiglio Nazionale Ordine Psicologi mette a disposizione dei cittadini che sono in casa per la pandemia una guida in 20 punti per affrontare la situazione con un migliore atteggiamento psicologico e gestire lo stress legato a questa particolare condizione. https://www.psy.it/psicologicontrolapaura-una-guida-antistress-per-i-cittadini.html

 


Inoltre anche l’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, ha diffuso un vademecum intitolato Gestire lo stress durante l’epidemia di Coronavirus, in cui sottolinea anzitutto come «durante una crisi sia normale sentirsi tristi, stressati, confusi, spaventati o arrabbiati. Parlare con persone di cui ti fidi può aiutare», e seguono una serie di consigli pratici da mettere in atto quotidianamente nella gestione della crisi.

 

AUTOSTIMA FEMMINILE (intervista a Live Social Radio Verona)

Nel mese di maggio 2018, ho avuto il piacere di intervenire alla trasmissione radiofonica “Live Social Radio Verona” dove abbiamo conversato sul tema dell’autostima femminile e della violenza di genere.

Silvia Fanini – Psicologa E Psicoterapeuta

Silvia Fanini – Psicologa E PsicoterapeutaNumero: 3466239562Indirizzo E-mail: fanini@puntodincontro.vr.itSito Web: www.puntodincontro.vr.it#silviafanini #radioverona #livesocial #museodellaradio

Pubblicato da Live Social Radio Verona su Venerdì 18 maggio 2018

 

MASCHILE E FEMMINILE: ALLE RADICI DELLA DIFFERENZA

Parlare di differenze tra maschi e femmine significa, in primis, parlare di differenza tra corpi.

Il corpo maschile e femminile infatti si differenziano evidentemente per struttura e funzioni.

Ogni particolare del corpo di uomo differisce da ogni particolare del corpo della donna: uomini e donne sono diversi negli organi di produzione (la differenza più vistosa), nella massa muscolare, nella conformazione del bacino, delle spalle, delle gambe, nella modalità di crescita dei capelli, nella presenza della peluria in varie parti del corpo, nella tonalità della voce, nei tratti del volto, nella struttura scheletrica, ecc.

Il corpo della donna è scandito da un ritmo ed un tempo intimo, è un corpo che accoglie e che viene penetrato, che porta un bambino in grembo e che lo partorisce, lo accudisce. L’esperienza dell’allattamento testimonia un corpo capace  di nutrire esternamente come  prima era avvenuto internamente.

Il corpo maschile è al contrario un corpo che penetra, che non ha cadenze corporee interne, che non conosce gravidanza e parto.

Appare quindi differente anche il modo di vivere l’eros tra uomo e donna: vi è infatti una diversità di processi corporei tra il ritmo più veloce e parziale dell’erezione maschile e quello più lento e globale dell’eccitazione femminile, tra le spinte dirette al penetrare e quelle al progressivo aprirsi ed accogliere.

La differenza sessuale in quanto dato biologico, tuttavia, non è stata considerata per secoli in questa sua “genuinità”, che non consente di dire altro se non che il maschio è altro dalla femmina e che la femmina è altro dal maschio, senza giudizio di valore, concentrandosi sulla “genuinità” appunto della differenza sessuale in quanto dato biologico.

Per anni la differenza sessuale è invece stata presa in considerazione in termini gerarchici: il maschile o il femminile assumevano valore superiore l’uno rispetto all’altro, a seconda del contesto storico.

Il femminile in Occidente si è sviluppato e si sviluppa tuttora solo all’interno di strutture e leggi maschili: il pensiero maschile si è affermato come universale, astratto e neutro imponendo un sistema che ingloba il soggetto femminile, ma di fatto lo esclude.

Come afferma Luce Irigaray, a tutt’oggi non si assume ancora l’originaria dualità di uomo e donna: si assolutizza in realtà ancora e solamente il primo che, in tal modo, si pone come soggetto unico a partire dal quale l’altra, la donna, è vista come una realizzazione incompiuta e carente di quella umanità che nel maschio ha la sua piena attuazione. Questa prospettiva  implica per le donne una scarsa  possibilità di scelta: esse sono costrette o ad accettare la svalutazione e ad assecondare il non riconoscimento loro imposto o a imitare il maschio copiandone i percorsi logici e lo stile mentale negando ancora una volta la propria identità.

Per la Irigaray, la questione non è quella di proporre un’ennesima teoria sulla “donna”, ma passare,

“dal modello onnipotente dell’uno e del molteplice, […]  al due, un due che non sia due volte uno stesso, nemmeno uno più grande o uno più piccolo, ma che sia di fatto di due realmente diversi”.

RI-CONTATTARE IL CORPO

Nella tradizione della cultura occidentale si è instaurata una scissione, del TUTTO FITTIZIA, tra corpo e mente. La nostra natura corporea è rimasta “nel buio” e  non siamo stati educati ad entrare in contatto con un’intera sfera del nostro essere (il corpo, appunto). Troppo spesso infatti prestiamo attenzione al nostro essere corpo solamente quando vogliamo sbarazzarci di qualche esperienza corporea sgradevole oppure quando siamo in difficoltà con la nostra esistenza come essere fisici (quando ci sentiamo brutti o inadeguati rispetto ai canoni estetici imposti).

Questo modo di accostarci al corpo però non ci permette di incontrarlo pienamente: il rischio è che si trasformi il corpo in un OGGETTO, che lo si valuti (efficiente/inefficiente, bello/brutto, grasso/magro), che lo si sottoponga a confronti (“chi è il più bello?”).

Per accogliere la bellezza genuina e intima di ogni corpo, per dare senso e significato alle sofferenze psicosomatiche (che tanto ci ricordano di vivere un’esistenza “incarnata”) è necessario percorrere altre vie.

La prima via è quella di accostarsi al corpo riscoprendo e “respirando” la sua funzionalità, il suo muoversi, il suo manipolare l’ambiente. Il camminare, il danzare, il giocare accresce l’esperienza del proprio corpo rendendolo vivo e luminoso.

La seconda via è quella di entrare in contatto con il proprio corpo imparando a sentirlo, ad ascoltarlo. La respirazione e la concentrazione sull’esperienza del corpo sono percorsi privilegiati per accedere a questa dimensione.

IL CORPO IN PSICOTERAPIA: UN APPROCCIO INTEGRATO, LA PSICOTERAPIA DELLA GESTALT

“C’è più ragione nel tuo corpo che nella migliore sapienza”. Nietzsche

Per molto tempo il corpo è stato considerato un contenitore vuoto da mantenere solo nella sua parte estetica. La nostra società per troppo tempo è stata interessata a sopravvalutare l’intellettualismo e a mortificare tutto ciò che era corporeo, togliendo dignità e diritto di cittadinanza alla fisicità.

Anche la psicoterapia ha tradizionalmente puntato ad agire sulla mente considerandola separata dal corpo, con il risultato di enfatizzare una metodologia prevalentemente verbale.

Problemi quali obesità, sofferenza psicosomatica, tensione cronica, mal di testa, disturbi sessuali, comportano però tutti un fatto fondamentale, che la nostra esistenza è una esistenza incarnata. Ciò che avviene in noi in quanto persone avviene attraverso canali fisici così come attraverso canali psicologici. Noi viviamo attraverso il nostro pensiero, ma anche attraverso il movimento, la postura, i sensi e l’espressione.

Non è possibile quindi ignorare la fondamentale natura fisica della persona!

La PSICOTERAPIA DELLA GESTALT, partendo da una visione olistica dell’essere umano, considera mente e corpo come parti integranti di un’unica realtà, dove le esperienze psicologiche non sono separabili da quelle corporee. La persona è composta da tante e diverse parti: corpo, mente, pensieri, sentimenti, immaginario, movimento,…. Prendersi cura della persona identificando solo una parte di essa come causa del problema significa frammentare artificialmente ciò che in realtà è qualcosa che funziona come unità.

In quest’ottica la psicoterapia ha lo scopo di facilitare l’esperienza di sé come unità,  favorendo la consapevolezza e agevolando la riappropriazione dei vari disturbi psicosomatici.

RE-IMPARIAMO A RESPIRARE

“Quando liberiamo il nostro respiro, liberiamo le nostre tensioni.”  Gay Hendricks

Abbiamo precedentemente visto che RECUPERARE LA CONSAPEVOLEZZA DEL RESPIRO è IL PUNTO DI PARTENZA per allentare le tensioni,  superare i pensieri negativi e recuperare la sicurezza del nostro esserci nel mondo.

Recuperare la consapevolezza del respiro significa prima di tutto darci del tempo per fermarci e dare spazio al ciclo di respirazione ossia all’INSPIRAZIONE e all’ESPIRAZIONE.

Scegliete un posto comodo in cui non verranno a disturbarvi. Sedetevi, adagiatevi sul divano o sulla poltrona, a letto supini. Inspirate aria dalla bocca leggermente aperta (come se aveste una cannuccia tra le labbra) e mentre inspirate dilatate la pancia. L’aria deve arrivare fino alla pancia, la pancia deve avere la possibilità di muoversi, di aprirsi al respiro.

Iniziate poi ad espirare. Sempre con la bocca leggermente aperta buttate fuori l’aria, contraendo la pancia. Ricordatevi di buttare fuori TUTTA l’aria, fino in fondo. Fate sì che l’espirazione sia più lunga dell’inspirazione.

La fase espiratoria è infatti quella del : una posizione cronica inspiratoria (ossia la continua inspirazione) provoca ansia ed agitazione, ripristinare una espirazione calma, prolungata e rilassata dà la possibilità all’organismo di tornare ad una situazione di sicurezza e di pace con se stesso e con il mondo.

Ripetete fino a quando vi sentite sazi di questa nuova esperienza!

Ricordate: respirare è una coccola che facciamo a noi stessi, è un ninna-nanna che ci rilassa, è il moto ondoso della nostra anima che ci ancora alla nostra esistenza.

Buon respiro!

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